“Si può allora ben dire che i sensi non sbaglino mai, ma non perché essi giudichino sempre in maniera corretta, bensì perché essi non esprimono mai giudizi.” (I. Kant, Critica della ragion pura)
In verità, ciò che deve essere già E’ perché, se non dovesse essere, non sarebbe. Parimenti, ciò che non deve essere non E’, perché se dovesse veramente essere, allora sarebbe.
L’Ente incarna in sè la propria deontologia e la sua struttura già si esplica secondo essa nel tempo.
Dare del falso alla realtà, dire che è sbagliata esprimendo un’alternativa, significa essere ciechi alla multi-dimensionalità del mondo e alla poliedricità dei fattori che operano in esso ed oltre esso.
Ma non è forse questa “cecità” la più umana delle virtù?
E’ proprio il “non vedere” che spinge l’uomo ad agire e, quindi, a dar a sua volta corso al Dover Essere nel costruire un futuro che è già passato, perché consistente nel proiettare nella sfera possibile ciò che, in realtà, gli apparteneva fin dal principio.
In fondo…è nella ricerca del Paradiso che il Paradiso è stato perduto.
“L’occhio vede solo ciò che la mente è preparata a comprendere.” (H. Bergson, L’evoluzione creatrice)
“L’attesa è uno stato mentale. In pratica significa che voi volete il futuro; non volete il presente. Non volete ciò che avete, e volete ciò che non avete. Con qualsiasi tipo di attesa create inconsciamente un conflitto interiore fra il vostro qui e ora, dove non volete essere, e il futuro proiettato, dove volete essere. Questo riduce enormemente la qualità della vostra vita facendovi perdere il presente.” (U. L. Tolle)
© Matteo Fulgenzi